L’ipotesi di introdurre la filosofia nell’istruzione secondaria non liceale ha una storia lunga quasi trent’anni.
Proposta per la prima volta dalla Commissione Brocca (1992), l’idea è stata successivamente sostenuta dalla cosiddetta Commissione dei 44 Saggi, formata nel 1997 dall’allora Ministro Luigi Berlinguer.
Il cosiddetto Documento dei Saggi dichiara che la «destinazione generale [della filosofia] consisterà nel dotare tutti i giovani di strumenti concettuali adeguati alla ragionevole costruzione di una soggettività propositiva e critica». Partendo dal presupposto che la filosofia è considerata un mezzo ideale per lo sviluppo di strumenti concettuali fondamentali per la formazione integrale della persona.
Sulla stessa linea, la Società Filosofica Italiana, successivamente al Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione (firmato nel 2011 e già sottoscritto nel 1997 e nel 2001), propone di estendere l’insegnamento della filosofia a tutti gli indirizzi del secondo ciclo, con articolazioni diversificate dei curricoli a seconda del tipo di istituto.
Di recente, a tentare di risollevare il dibattito è stato il Documento ministeriale Orientamenti per l’apprendimento della filosofia nella società della conoscenza (2017), che sottolinea l’importanza della filosofia in tutti gli ordini e gradi del sistema scolastico e che dedica alcune pagine, in particolare, al tema dell’educazione filosofica negli istituti tecnici e professionali.
La filosofia è qui descritta come il mezzo idoneo per dotare gli studenti che hanno scelto di ottenere un diploma tecnico di competenze trasversali (soft skills) sempre più indispensabili nel mondo del lavoro; viene inoltre sottolineata la dimensione etica, sociale ed esistenziale che la filosofia aiuta a strutturare.
A partire dalla convinzione, ampiamente sostenuta da accademici e insegnanti che si sono occupati di didattica filosofica e auspicata dai documenti citati, che la pratica della filosofia e l’esercizio del pensiero critico sono elementi essenziali e sempre più irrinunciabili nella formazione di tutti gli studenti, qualunque sia la loro età e il loro indirizzo di studi, il Gruppo di Ricerca ΑΙΩΝ / AIÓN – Filosofia e Didattica dell’Università di Bologna e l’Associazione Filò. Il filo del pensiero decidono di impegnarsi a costituire una Rete Nazionale di Scuole capace di coinvolgere tutti gli istituti tecnici e professionali interessati, allo scopo di diffondere presso i loro studenti l’incontro con il pensiero filosofico.
Nel gennaio 2017, presso l’Università degli Studi di Bologna, nasce, dall’incontro del Prof. Sebastiano Moruzzi del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione e della Prof.ssa Silvia Demozzi del Dipartimento di Scienze dell’Educazione, il Progetto di Ricerca FarFilò. Si trattava di un progetto interdisciplinare, a cui aderirono dottorandi, assegnisti, ricercatori e professori dei due dipartimenti, insieme ad alcuni insegnanti, che aveva l’obiettivo di indagare il rapporto tra educazione e filosofia e di elaborare una proposta didattica in cui questo sapere sarebbe stato declinato per l’infanzia e l’adolescenza.
A dicembre, FarFilò ha organizzato, nei locali dell’Università di Bologna, un convegno internazionale dal titolo Filosofia e Infanzia: teoria e pratica, al quale sono stati invitati alcuni dei più autorevoli studiosi, a livello europeo, di filosofia con i bambini, enti che si occupano di promuovere laboratori di pratica filosofica nelle scuole e i rappresentanti delle istituzioni del sistema scolastico.
Nasce, presso la sede del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna, il Gruppo di Ricerca ΑΙΩΝ / AIÓN – Filosofia e Didattica, dalla volontà dello stesso Prof. Moruzzi e della Prof.ssa Carlotta Capuccino, già membri di FarFilò, di dare continuità a quella esperienza, conclusasi nel 2019, ma focalizzandosi oltre che sulle pratiche filosofiche sulla didattica della filosofia.
L’Ass. Filò. Il filo del pensiero ha cominciato a domandarsi insieme al Gruppo di Ricerca, come rendere più organica e continuativa la formazione filosofica negli istituti tecnici e professionali. Nasce così l’ipotesi di costituire una Rete nazionale di Scuole finalizzata a educare gli studenti degli indirizzi tecnico-professionali al pensiero filosofico e al pensiero critico per mezzo di pratiche come quella del dialogo.
Si inizia a scrivere così il curriculo Inventio.
Nell’anno scolastico 2021/2022 è stata avviata la prima sperimentazione Inventio con annessa ricerca per garantire la solidità scientifica al progetto e per testare la tenuta e la riuscita del Curricolo.
L’a.s. 2022/23 è il primo anno di Rete. Il 19 gennaio 2023 si costituisce ufficialmente la Rete di 15 istituti, da nord a sud, che inseriscono in programmazione, in almeno una delle classi prime dell’Istituto, 24 ore di dialogo filosofico.
Un tempo lungo dedicato alla filosofia, una vera e propria materia ulteriore rispetto al PTOF di indirizzo, che arrichisce e complessifica il piano di studi, fornendo un’occasione di dialogo, confronto e ascolto.
Saranno queste le classi che, anno dopo anno, accompagneremo fino al diploma.
Al termine del primo anno si raccolgono i primi dati scientifici, i feedback di docenti, espertə e dellə ragazzə e si lavora nel gruppo di ricerca per adeguare il curricolo ai primi risultati e implementare la formazione espertə
La Rete si allarga con 7 nuovi istituti aderenti e 40 classi coinvolte, tra prime e seconde.
Il lavoro di esperte ed esperti in tutta Italia riprendono. Si vedono i primi risultati nelle classi seconde, si ri-accoglie le prime con rinnovato impegno.
La Rete attira l’attenzione di finanziatori e aziende che vedono nella proposta uno sguardo nuovo al mondo dell’istruzione tecnica e professionale.
I dati raccolti nei due anni stanno venendo elaborati dal gruppo di ricerca dell’Università di Bologna al fine di produrre studi accademici e scientifici.
Inventio arriva alla quota di 54 classi aderenti da nord a sud.
Mentre si continua il lavoro in prima e seconda, si inizia per il primo anno a lavorare con le classi terze, che saranno impegnate in compiti di realtà sempre più complessi da risolvere.
Al termine del primo anno di sperimentazione abbiamo chiesto a ragazze e ragazzi:
Che cosa vi portate a casa da questo percorso?
Durante alcuni incontri sono emerse alcune persone che normalmente non
intervengono mai in classe. Li senti essere partecipi. È uno strumento per
coinvolgere più persone. A studiare sono capaci tutti, e in quel caso partecipi
perché rispondi alla prof, mentre avere un proprio pensiero è più complesso.
È la differenza tra capire quello che si studia e imparare a memoria.
penso che questo incontro sia capace di aiutare noi stessi nell’articolazione dei nostri pensieri e anche a conoscere meglio ciò cheni nostri compagni pensano; inoltre mi piace molto come le opinioni non vengano sottovalutate anche se non sono sempre pertinenti all’argomento
Mi porto a casa il concetto di rispetto, non dare per scontato. Rispettare le idee degli altri: non devi dare per scontato la tua idea come se fosse quella giusta e esatta ma anche ascoltare le prospettive degli altri. Prendere spunto o trovare ragione nelle ragioni
degli altri.
Io penso sempre a queste cose, è stato bello trovare uno spazio per condividerle con i compagni. Di solito ne parlo con gli amici, ma affrontare questi discorsi in classe… ti avvicina agli altri.
Hanno adottato una classe per l’anno 2022/23:
Riconfermano il sostegno per l’anno 2023/24:
Riconfermano il sostegno per l’anno 2024/25: